“È fondamentale creare una cultura del rapporto e che si comprenda l’importanza di interagire con il proprio vicino, sia che appartenga a culture o a generazioni diverse”

“È fondamentale creare una cultura del rapporto e che si comprenda l’importanza di interagire con il proprio vicino, sia che appartenga a culture o a generazioni diverse”

Longuelo dona nuova vita al CTE e si prende cura degli anziani

Il racconto di Maurizio

Maurizio, sei volontario della San Vincenzo da molto tempo e oggi sei anche referente del sottogruppo Anziani della Rete sociale di Longuelo. Perché la terza età è un tema così importante in questo quartiere?
In un certo senso gli anziani sono sempre stati un tema sociale importante nel quartiere. Vivo a Longuelo da sempre e il quartiere ha sempre avuto una parte abitata da persone anziane e una parte più popolata da giovani famiglie. Oggi queste due zone si sono invertite e gli anziani stanno aumentando. Spesso vivono soli o in coppia in appartamenti molto grandi e non forniti di ascensore. Questo rende la loro partecipazione alla vita di quartiere molto difficile e anche uscire di casa per le piccole spese quotidiane rappresenta uno scoglio.

Cosa state facendo per contribuire a risolvere questo disagio e aiutare di più le persone anziane?
Innanzitutto, siamo riusciti a far attivare due servizi assistenziali molto importanti come l’Infermiere di comunità e la Custodia sociale pensati per rispondere ai bisogni sociosanitari e sanitari delle persone anziane. Poi c’è tutto il lavoro supporto al Centro Terza Età che andava rivitalizzato anche in vista della sua trasformazione in Centro per Tutte le Età.

Quali sono le novità per il CTE?
Da un lato il Centro sta provando ad aprirsi ad altre realtà di modo che si cominci a vedere questo spazio come possibile luogo di aggregazione, incontro e iniziativa dedicato anche a target differenti. Il Centro sta per esempio provando ad organizzare qualcosa con i ragazzi del CRE e con gli Scout. Allo stesso tempo si sta cercando di ridare visibilità al Centro attraverso la costruzione di un sito web pensato e realizzato con la collaborazione degli alunni dell’Istituto Caniana. Infine, abbiamo anche attivato un gruppo di bocce per riportare in vita questo gioco tradizionale.

Oltre a questa attenzione per la terza età, Longuelo è un quartiere noto anche per l’iniziativa “Quartiere a colori”, che rappresenta un’importante occasione di incontro multiculturale nella logica dell’integrazione e inclusione.
È vero. Quest’anno “Quartiere a colori” ha raggiunto la 9° edizione ed è diventato ormai ufficialmente l’evento più importate realizzato dalla Rete sociale. In questi anni la Festa è cresciuta molto e da iniziativa che si limitava ad una domenica di primavera oggi presenta un fitto calendario che si estende nell’arco di una settimana con appuntamenti diversi.

Perché secondo te qui un’iniziativa così funziona particolarmente bene?
Perché se è vero che anche a Longuelo già da alcuni anni stanno aumentando i cittadini stranieri, nel quartiere non esiste una vera e propria “emergenza immigrazione” e questo permette di affrontare la questione integrazione in maniera graduale attraverso progetti sperimentali che incuriosiscono e coinvolgono davvero tutti. Basti pensare che quest’anno al pranzo ci sono state 350 persone e abbiamo dovuto chiudere le iscrizioni per mancanza di spazio.

Iniziative come queste contribuiscono a creare un quartiere migliore?
Certamente, però al di là delle singole iniziative io credo che sia fondamentale creare una cultura del rapporto che venga insegnata nelle Scuole e respirata nelle strade. È importante che si comprenda l’importanza di interagire con il proprio vicino, sia che appartenga a culture o a generazioni diverse.

Maurizio, cosa motiva così tanto a livello personale ad occuparsi del quartiere?
Io credo che un po’ ce lo si debba sentire dentro. La voglia e il desiderio di avere a che fare con gli altri cercando di essere meno centrati su sé stessi. Appartenendo ad un gruppo caritativo come la San Vincenzo per me è stato facile e naturale occuparmi degli anziani vista la vicinanza di temi, competenze ed esperienze con l’Associazione.

 

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