“Le due realtà hanno in comune la finalità sociale, l’attenzione alle persone e alla cittadinanza attiva; sono due centri di aggregazione che da sempre rivolgono uno sguardo particolare ai nuclei più popolari”

“Le due realtà hanno in comune la finalità sociale, l’attenzione alle persone e alla cittadinanza attiva; sono due centri di aggregazione che da sempre rivolgono uno sguardo particolare ai nuclei più popolari”

Arci UISP e Circolino, la Malpensata raccontata attraverso due realtà storiche del quartiere

Il racconto di Daniele e Lino

Incontriamo Daniele e Lino, storici abitanti della Malpensata che ci raccontano il quartiere attraverso due realtà radicate sul territorio da oltre quarant’anni: l’Arci UISP Malpensata e la Cooperativa Dante Paci e Ferruccio Dell’Orto. Ci raccontate un po’ di cosa si occupano?
D.: L’Arci UISP Malpensata si occupa di promuovere iniziative sportive dedicate ad ogni età. Cerchiamo di differenziare la nostra offerta andando dai corsi per bambini a quelli per anziani, ma la vera particolarità dell’UISP è garantire tutto questo a prezzi “popolari”. L’idea è permettere davvero a tutti di utilizzare lo sport per incontrarsi e trascorrere del tempo insieme.
L.: La Cooperativa Dante Paci e Ferruccio Dell’Orto gestisce il Circolino, uno storico centro associativo che offre occasioni di incontro che vanno dai concerti alle cene solidali a incontri tematici, e che da sempre ha un grande attenzione per la fragilità e a questioni di natura politico-sociale.

Cosa hanno in comune queste due realtà?
L.: La finalità sociale, senza dubbio. L’attenzione alle persone, alle fragilità, alla cosa pubblica e alla cittadinanza attiva. Sono due realtà che da sempre rivolgono uno sguardo particolare ai nuclei più popolari.
D.: Sono sempre stati centri aggregativi, ma non hanno mai mancato di rappresentare importanti punti di riferimento per il dialogo e l’iniziativa politica.

In che modo l’Arci UISP e la Cooperativa sono rappresentativi del quartiere?
D.: Si tratta di due realtà che sono nate in un momento storico in cui il quartiere costituiva ancora la periferia della città. La campagna era ancora vicina e, allora come oggi, il quartiere aveva una forte connotazione popolare che l’UISP e il Circolino hanno saputo ben rappresentare. Oggi si aggiunge anche una forte percentuale di stranieri ed è importante che ci siano ancora realtà come queste capaci di far incontrare le persone e trasferire a livello di quartiere quell’integrazione che già avviene nelle scuole.
L.: Sono d’accordo, le due realtà continuano a rappresentare un importante centro di aggregazione in un quartiere che negli anni non è cambiato tanto come altri. La Malpensata continua ad avere una connotazione popolare, rimangono i negozi di quartiere e le case popolari ed è importante che ci siano dei centri aggregativi perché è solo con la conoscenza reciproca che si evita la contrapposizione e il rifiuto.

Che cosa significa per voi “Abitare Malpensata”?
D.: Sentirsi a casa. Essere circondati da persone che si conoscono da sempre e non essere mai estranei gli uni agli altri. Abitare Malpensata vuol dire partecipare a qualcosa che si è costruito insieme.
L.: Per me abitare Malpensata vuol dire essere espressione di un gruppo di persone che vivono lo stesso luogo con uno scopo solidale.

C’è un’occasione, un evento a cui entrambe le realtà hanno preso parte che ha creato un particolare senso di partecipazione nel quartiere?
D.: A me viene in mente la Festa del Quartiere organizzata dalla Rete sociale in collaborazione con le realtà che vi aderiscono. Il momento dedicato alla formazione dei Murales di via Luzzati e via Furietti è stato particolarmente coinvolgente, con adulti e bambini che sono rimasti a guardare la creazione di questi enormi disegni che sono molto significativi anche per il messaggio che mandano…
L.: …è vero, il messaggio – che capeggia sull’entrata del Circolino – è proprio quello che condividiamo e vogliamo cercare di trasmettere, ovvero che “il quartiere è di chi lo abita”. Di qui l’esigenza di lavorare insieme alla costruzione giorno dopo giorno della Malpensata. Anche io ricordo con particolare affetto la Festa di Quartiere, che per altro è stata anche occasione dell’anniversario della Cooperativa, che abbiamo festeggiato finanziando la pubblicazione di due libri, uno sulla storia del quartiere e uno sulla storia della cooperativa.

UISP e Cooperativa supportano dunque la partecipazione. Perché secondo voi è così importante partecipare attivamente alla vita di quartiere?
D.: Per mettere insieme le forze, incontrare tutte le realtà dell’associazionismo che agiscono sul territorio e cercano di costruire qualcosa che aiuti a migliorare il quartiere.
L.: Perché chi abita il quartiere ne è espressione ed è giusto che si metta in gioco per cambiare le cose se non funzionano. Dovremmo tutti impegnarci per migliorare i rapporti sociali e capire che solo insieme si può.

 

 

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